Finalmente qualcuno inizia...era ora!
Ostinati. Mentre quasi più nessuno parla più di fuel cell a
breve termine (semmai per il 2020), preferendo scommettere sulle
elettriche pure o sulle ibride plug-in, cioè ricaricabili da rete, la
Honda continua a puntare sull'idrogeno. E ne è tanto convinta da
arrivare, con la sua FCX Clarity, alla sfida del mercato. La vettura a
celle combustibile derivata dalla concept FCX, e presentata al pubblico
in questi giorni al Salone di Los Angeles, sarà disponibile sul mercato
californiano a partire dall'estate del 2008.
La formula scelta è
un piano di leasing su tre anni, che prevede rate mensili di circa 600
dollari (420 euro), comprensivi di assistenza programmata e
assicurazione kasko. La FCX Clarity è un'auto di dimensioni generose -
4 metri e 83 - che ospita quattro persone e vuole accreditarsi come una
macchina "normale", da usare tutti i giorni, anche in virtù di
un'autonomia dichiarata dalla Casa di 430 km e una velocità massima di
160 km orari, adeguata per le highways americane.
La FCX Clarity
è spinta da un motore elettrico da 140 CV alimentato dalle fuel cell:
qui, l'idrogeno si combina con l'ossigeno dell'aria e l'energia
derivante dalla reazione è trasformata in elettricità utilizzata per
muovere il veicolo. Quella in surplus viene immagazzinata in un
pacchetto di batterie agli ioni di litio, alimentate anche dall'energia
cinetica sviluppata in frenata e decelerazione, e resta a disposizione
per quando serve. L'unità fuel cell, di dimensioni ridotte, trova posto
nel tunnel centrale tra i due sedili anteriori.
Ciò che rende
più interessante la mossa della Honda è la visione globale che
l'accompagna. Accanto alla macchina, la Casa giapponese ha presentato
anche la quarta generazione della sua "stazione energetica sperimentale
domestica", una sorta di "centrale" da collocare in giardino che, non
soltanto produrrebbe (dal gas naturale di rete) l'idrogeno per
alimentare il serbatoio della FCX Clarity, ma anche l'energia elettrica
per il riscaldamento e il condizionamento di una casa americana di
medie dimensioni. Per vedere queste stazioni sul mercato, però,
bisognerà attendere: i costi produttivi sono ancora troppo alti. Senza
contare che ricavare idrogeno dal gas naturale comporta comunque
l'emissione di CO2.